È stato ben scritto che il presente per il nostro cervello è una gabbia da cui fuggire. La metà del tempo in cui siamo svegli la trascorriamo infatti pensando ad altro rispetto all’attività in cui – apparentemente – siamo concentrati. I ricercatori di Harvard hanno, tempo fa, tracciato una mappa delle divagazioni della mente, o “mind wandering”, la mente vagabonda. Lo studio di Matthew Killingsworth e Daniel Gilbert uscito su Science oltre dieci anni fa è ancora attuale. La sua conclusione “A differenza degli altri animali, l’uomo trascorre gran parte del tempo pensando a cosa non sta accadendo attorno a lui, contemplando eventi che sono avvenuti nel passato, che potrebbero avvenire nel futuro o che semplicemente non avverranno mai”. Quando della distrazione c’è bisogno per meglio concentrarsi?
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